
Spunti e riflessioni dall’evento “Di casa in casa”
Il 18 novembre si è svolta la giornata di lavoro “Di Casa in Casa. Per una rete dell’abitare nei comuni dell’Ambito di Lecco”, organizzata dall’Ambito territoriale di Lecco, insieme all’Impresa Sociale Girasole e alla società KCity Rigenerazione Urbana, e ospitata presso la sede del Politecnico di Lecco, con lo scopo di ragionare assieme agli attori del territorio e con il contributo di alcuni testimoni privilegiati, da altri contesti territoriali, sulle sfide per l’abitare e su come progettare servizi che offrano una risposta efficace alla domanda abitativa, integrando la dimensione comunitaria e tenendo assieme inclusione sociale, qualità urbana e sviluppo.
La giornata è stata un momento importante, all’interno di un processo di coinvolgimento e confronto già in atto da tempo, e una tappa significativa per l’elaborazione del primo Piano Triennale dell’Offerta di Servizi Abitativi dell’Ambito di Lecco.
Nella mattinata, dopo i saluti istituzionali di Manuela Grecchi, prorettore del Polo territoriale del Politecnico di Lecco, Mauro Gattinoni, Sindaco del Comune di Lecco, Carlo Colombo, Presidente di Impresa Sociale Girasole, e Guido Agostoni, Presidente del Distretto di Lecco, è toccato a Emanuele Manzoni, Assessore al Welfare del Comune di Lecco, avviare i lavori, richiamando l’attenzione su due concetti importanti del welfare generativo che caratterizza il territorio lecchese e l’Impresa Girasole: la prossimità, per costruire una rete di servizi caratterizzata da vicinanza e accoglienza, e la partecipazione, per facilitare i processi aggregativi e la creazione di relazioni.
“Con questo evento l’Ambito di Lecco lancia un messaggio importante: sceglie di adempiere a doveri burocratici, quale la stesura del Piano triennale, coinvolgendo e ragionando insieme agli enti del territorio per costruire un Piano che sia effettivamente un cambiamento nella vita delle persone”.
La condizione necessaria per far sì che questo processo diventi efficace è l’alleanza tra il sapere tecnico e il sapere sociale, proiettati ad aprirsi trasversalmente e contaminarsi, mettendo a sistema le rispettive competenze. Un’alleanza che, durante l’evento, ha mostrato il suo potenziale nella numerosa partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni locali, dei tecnici comunali, delle figure imprenditoriali e sindacali e degli operatori del terzo settore, per un totale di più di 60 partecipanti.
Il concetto di alleanza è stato ribadito anche nell’intervento di Michela Maggi, coordinatrice dell’Ufficio di Piano di lecco, che ha sottolineato come uno dei tratti distintivi del modo di operare nella costruzione del welfare lecchese è proprio il richiamare il territorio a ragionare insieme e a costruire reti e strategie condivise. La co-progettazione e la co-programmazione sono infatti modalità di lavoro che si stanno sempre più consolidando: il Piano triennale è in questo senso un’ulteriore occasione di riflessione strategica per lo sviluppo del territorio, per individuare ostacoli e risorse facilitando l’interazione di attori ed enti di diversa natura.
La natura strategica dell’approccio al Piano Triennale dei Servizi Abitativi Pubblici e Sociali, su cui l’Ufficio di Piano è affiancato da KCity, è stata al centro dell’intervento di Nicla Dattomo, Project Manager e responsabile dell’area di lavoro su Rigenerazione Urbana e politiche abitative, nelle sue essenziali attitudini a individuare i nodi cruciali su cui intervenire, orientarsi a una visione condivisa e, soprattutto, dare avvio a un processo incrementale e ciclico.
Spunti e suggerimenti interessanti sono stati proposti da Marcello Capucci, Responsabile della Rigenerazione Urbana e Politiche Abitative della Regione Emilia-Romagna, che ha portato testimonianza delle politiche pubbliche e dei Piani attivati nella sua Regione, orientati ad una rifocalizzazione delle tipologie di bisogni emersi nel contesto di emergenza abitativa e una più efficace collaborazione tra istituzioni e reti territoriali, nella attivazione di sistemi locali.
“Per far sì che si trovino soluzioni ai bisogni abitativi non servono solo risorse ma anche un altro elemento importante: servono soggetti capaci di intermediare il vuoto tra le domande abitative e l’offerta abitativa stessa”, ha ribadito Gabriele Rabaiotti, docente del Politecnico di Milano, che nel suo intervento ha analizzato la situazione delle politiche abitative in Regione Lombardia, prima di dare avvio ai lavori dei due Tavoli tematici.
I tavoli di lavoro e le conclusioni
Nei due Tavoli di lavoro, organizzati nella seconda parte della mattinata, ci si è confrontati rispetto ai soggetti e ai possibili percorsi.
Il primo Tavolo “Muoversi di casa in casa”, facilitato da Nicla Dattomo di KCity (con il supporto di Matilde Zanni) e con l’intervento di Alessandro Santoro, Direttore di Casa Amica di Bergamo, si è focalizzato sui percorsi dell’abitare e sulle condizioni per una loro reale attivazione. L’esperienza del territorio bergamasco ha suscitato molte riflessioni, in particolare rispetto al ruolo di Casa Amica nel promuovere la ricomposizione e l’integrazione del sistema di offerta, attivando competenze e facilitando la costruzione di relazioni virtuose tra gli attori in campo, in un necessario rapporto sinergico tra il pubblico e il privato, anche (ma non solo) sociale, per costruire e condividere competenze e visioni.
Nel secondo Tavolo, “(S)muovere gli immobili”, che ha visto la facilitazione di Gabriele Rabaiotti, affiancato da Giorgio De Ambrogio, per KCity, i partecipanti hanno invece ragionato su come “smuovere” gli immobili, per agire le leve del patrimonio e dell’urbanistica per migliorare l’equilibrio tra domanda e offerta, in dialogo con Massimo Marzolla, Direttore dell’Area Patrimonio del Comune di Milano. L’esperienza del Comune di Milano, nella valorizzazione del patrimonio immobiliare in un’ottica di miglioramento dell’offerta abitativa, ha permesso di far emergere tre punti importanti: partire da un quadro conoscitivo dettagliato del territorio; favorire l’interlocuzione con soggetti privati nell’ottica di attivare servizi che vadano a sviluppare e concretizzare le linee politiche e strategiche dei Comuni; utilizzare la norma come binario per far viaggiare nuove progettualità e raggiungere gli obiettivi desiderati. L’invito emerso è quello di costruire un dialogo aperto alla condivisione di strumenti e alla collaborazione tra istituzioni e territori diversi, attraverso l’implementazione di competenze interne ed esterne.
Nella plenaria conclusiva, Paolo Cottino, direttore scientifico di KCity, ha quindi ribadito e messo a fuoco uno dei punti cardine della giornata: il Piano triennale è un mezzo per attivare un processo e per creare le condizioni grazie alle quali soggetti diversi, con differenti interessi, portati e approcci, possano concorrere, in un meccanismo di mutuo ingaggio, a realizzare politiche pubbliche di welfare territoriale e a costruire infrastrutture sociali.
“Oggi e con il Piano abbiamo rimesso al centro il senso della parola casa”, ha concluso Sabina Panzeri, presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito distrettuale di Lecco: “Veder lavorare cantiere sociale e cantiere tecnico insieme significa che abbiamo intrapreso il percorso giusto per dare risposte ai cittadini, che siano accompagnate da infrastrutture sul territorio capaci di trasformarsi in base bisogni mutevoli ed emergenti delle comunità.”
A disposizione le sintesi dei due Tavoli preparate da KCity.
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