
P.I.P.P.I.: un programma per evitare l’istituzionalizzazione di minori con famiglie in difficoltà
Durante il percorso di crescita dei figli, i genitori possono avere la necessità di essere ascoltati e sostenuti, soprattutto in momenti di particolare difficoltà e fatica e in relazione ad elementi di fragilità o vulnerabilità del nucleo familiare. Diventa quindi essenziale avere attorno a sé persone, servizi e soprattutto una rete che sostenga e accompagni e che garantisca ai bambini le condizioni più adeguate alla loro crescita.
Il Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione, P.I.P.P.I., di respiro nazionale e rivolto a famiglie con figli di età compresa tra gli 0 e gli 11 anni, si pone come obiettivo proprio la creazione di alleanze tra tutte le persone e gli enti che si occupano della crescita dei bambini, per aiutare i genitori a riconoscere e coltivare le proprie risorse, continuando a vivere insieme ai propri figli e riducendo così il numero dei bambini allontanati dal nucleo familiare.
Abbiamo incontrato Angela Cianci, Assistente sociale e coach del Programma per l’Ambito territoriale di Lecco e l’Impresa Sociale Girasole, che ci ha aiutato a comprendere e approfondire metodologia e declinazione territoriale del Programma: “Pippi è un modello di intervento che si sta sviluppando nell’Ambito territoriale di Lecco e che i servizi sociali, sanitari, educativi e della giustizia in raccordo tra di loro, rivolgono alle famiglie in difficoltà, per aumentare la sicurezza e la resilienza dei bambini tramite il rafforzamento delle competenze genitoriali e delle reti sociali intorno alle famiglie. Il programma pone l’accento sulla tutela delle relazioni familiari, spostando così l’ottica dell’intervento tradizionale: dalla protezione del bambino alla protezione dei legami familiari”, in linea con l’orientamento già adottato dal servizio tutela minorile e col piano di zona ci spiega Angela.
L’acronimo richiama, infatti, una figura emblematica di resilienza, Pippi Calzelunghe, personaggio che esprime le infinite potenzialità dei bambini e la loro capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà, grazie al sostegno delle reti e dei legami affettivi.
La sperimentazione del Programma, sostenuto dal Ministero Politiche Sociali e del Lavoro e realizzato in collaborazione con l’Università di Padova – Dipartimento Scienze dell’educazione, inizia nel biennio 2011-2012 con 10 città italiane riservatarie della Legge 285/1997, passando successivamente al biennio 2014-2015 e all’estensione a 50 Ambiti territoriali appartenenti a 17 Regioni.
“Visti i risultati e il successo del Programma, l’estensione è stata chiaramente progressiva e, man mano, ha permesso la diffusione e il consolidamento di una metodologia che ha favorito un sapere condiviso e diffuso. Oggi siamo alla undicesima edizione del Programma”, continua Angela.
L’Ambito territoriale di Lecco ha partecipato a 4 edizioni: la prima partecipazione è partita con lo sviluppo del progetto all’interno del Servizio Tutela, per poi orientarsi verso una gestione con i Servizi Sociali di Base con la partecipazione, su base volontaria, delle assistenti sociali e dei loro comuni che desideravano portare all’attenzione dell’équipe multidisciplinare alcune situazioni di vulnerabilità.
Metodologia di intervento
Il framework operativo di Pippi è “Il Mondo del Bambino”, uno strumento che possiede una duplice funzionalità: funge infatti da quadro teorico di riferimento, strutturandosi però al contempo come uno strumento operativo e concreto di supporto per i professionisti, utile a comprendere e leggere i bisogni e le potenzialità di ogni bambino e della sua famiglia.
Esso fa riferimento alle tre dimensioni fondamentali che contribuiscono a realizzare il benessere del bambino: i suoi bisogni di sviluppo, le risposte delle figure parentali per soddisfare tali bisogni, i fattori familiari e ambientali che possono influenzare la risposta. Le tre dimensioni costituiscono i tre lati del triangolo che raffigura il modello.
Angela spiega che nell’utilizzare questo strumento “l’obiettivo è realizzare delle azioni concrete, microprogettazioni, pensate con le famiglie in un vero e proprio fare insieme, con un accompagnamento continuativo che si appoggia sul tutoraggio e il coaching”.
Pippi è in questo senso un grande attivatore di rete, che connette la famiglia a tutte quelle figure che ruotano attorno al benessere del bambino, come insegnanti, psicologi, educatori, parenti e persone vicine, creando uno spazio di incontro e collaborazione. Ma è anche un attivatore di risorse, perché questa rete non fa che potenziare e sostenere le competenze già in essere del nucleo, considerandole come il punto centrale di interesse attorno a cui tessere alleanze e legami.
“Una delle azioni cardine di Pippi è l’integrazione della famiglia al territorio, che deve essere un processo inclusivo, non discriminante, accogliente per riuscire a stare a fianco dei genitori e creare un contesto stimolante per la crescita del bambino.”
Per raggiungere questo obiettivo, il Programma predispone un impianto di dispositivi da utilizzare per affrontare, insieme al territorio, queste situazioni di vulnerabilità: l’educativa domiciliare, il partenariato con la scuola, i gruppi per genitori e bambini, e la vicinanza solidale, per citarne solo alcuni.
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Sul territorio lecchese…
Oggi l’Ambito territoriale di Lecco sta partecipando a Pippi 10 e iniziando il percorso triennale Pippi 11, finanziato dai fondi del PNRR. Abbiamo chiesto ad Angela di segnalarci alcune azioni e iniziative che possano aiutarci a comprendere concretamente l’uso dei dispositivi citati poc’anzi.
“In due Poli Educativi, ossia contesti educativi di gruppo rivolti ai minori, e in particolare nel Polo Ovest con i Comuni di Suello e Cesana Brianza e nel Polo Lago con il Comune di Valmadrera e a calolziocorte presso il Circolo Arci Spazio Condiviso stiamo organizzando gruppi genitoriali per promuovere momenti di confronto e condivisione sulle questioni legate all’essere famiglia insieme ad altre famiglie”, racconta Angela.
Durante questi incontri, i genitori Pippi si incontrano alla pari con altri genitori e si confrontano su alcuni temi affiancati da un facilitatore, come ad esempio l’uso dei cellulari e del web. Queste iniziative sono svolte nel territorio dove risiedono le famiglie appartenenti al Programma e in contesti che sono già conosciuti e frequentati.
“Queste esperienze permettono la creazione di legami sul territorio e la visione di esperienze positive con cui i genitori si misurano regolarmente spesso in solitudine. Anche attraverso i momenti conviviali, al termine degli incontri, possono nascere piccoli legami che gioveranno al benessere della famiglia Pippi.”
Un altro esempio concreto è quello che si attiverà sul Polo Lago, e in particolare all’Istituto Comprensivo di Civate frequentato da 5 dei bambini inseriti nel programma dove partiranno a febbraio incontri orientati a coinvolgere i bambini Pippi, la loro classe di appartenenza e gli insegnanti in attività ludiche e laboratoriali, per creare occasioni positive di scambio e di crescita in gruppo.