“Non pensiamoci soli ma all’interno di un sistema”

“Non pensiamoci soli ma all’interno di un sistema”

Il ciclo di workshop “La co-costruzione del Welfare locale” ha visto la partecipazione di oltre cinquecento persone nel complesso, tra cui amministratori, esperti del settore, volontari, coordinatori e operatori sociali, provenienti da cooperative o da enti di Terzo Settore attivi sul territorio lecchese. 

Abbiamo voluto chiedere a un’operatrice della cooperativa sociale L’Arcobaleno, Sabrina Elia, che lavora nell’area salute mentale, che cosa l’ha spinta a prendere parte a questi momenti, a cui è stata invitata a partecipare.  “In varie occasioni e anche all’interno della nostra rete cooperativa, si sente molto spesso parlare di co-progettazione. I workshop mi sono sembrati l’occasione giusta per approfondire questo tema così complesso e di cui non avevo chiare tutte le sfaccettature.”  

Sabrina ha partecipato agli appuntamenti online organizzati nei mesi invernali, in cui i vari relatori hanno esposto teorie e buone prassi sul tema della co-costruzione di welfare territoriale, e all’evento conclusivo in presenza in cui è stata protagonista l’esperienza del territorio lecchese e dell’Impresa Girasole. 

“Mi sono affacciata ad un mondo conosciuto, eppure anche nuovo: ero a conoscenza delle competenze sviluppate in questo campo sul nostro territorio, dove da anni la co-progettazione fa parte delle modalità di lavoro con l’ente pubblico e che si continua a sperimentare attraverso Girasole. Non ero invece a conoscenza di altre realtà sul territorio italiano, gli esempi portati negli interventi di buone prassi mi hanno suscitato molta curiosità e voglia di approfondire.”  

Un percorso che viene definito da Sabrina come formativo, sia per lei che per i suoi colleghi, che ha permesso di aver maggiore consapevolezza della materia e di orientarsi in maniera più efficace nel sistema territoriale, capendo in che modo integrare la propria esperienza in un progetto più ampio e apprezzando e condividendo il desiderio dell’Ambito di lavorare insieme nell’importante fase della progettazione sociale. 

Per chiarire meglio il suo pensiero, porta l’esempio dei laboratori organizzati durante le giornate conclusive. “I temi dei laboratori vertevano su tre macroaree di intervento: Domiciliarità e fragilità, Politiche per le famiglie e la prima infanzia e in ultimo Minori, giovani e povertà educativa. Non erano aree settoriali troppo specifiche e proprio questa apertura ha permesso di raccontarci e raccogliere tante esperienze, di metterle in rete, collegarle e creare delle bozze di proposte. Un’esperienza che apre davvero gli orizzonti. 

Infatti Sabrina, venendo da un settore specifico quale l’area della salute mentale, ha dovuto orientare la scelta dei laboratori per assonanza rispetto alle esperienze fatte durante la sua carriera professionale: “Nel mio laboratorio sulla Domiciliarità e fragilità vi era una vasta rappresentanza del settore: dalle associazioni dei genitori, a grandi poli come Auser, a specialisti. Mi sono resa conto che ogni area di lavoro e ogni professionista può essere utile per un progetto più grande e di rete.” Nonostante l’eterogeneità dei partecipanti, Sabrina racconta che non ci sono state difficoltà nel trovare uno spazio comune di dialogo. Capire le aspettative dei servizi o le iniziative future è stato immediato, è stato solo necessario trovare una chiave di lettura comune del territorio attraverso i racconti, i punti di vista e il vissuto di ognuno.  

“Partecipando a questo ciclo di incontri, ho visto riconfermata l’importanza di ragionare in un’ottica territoriale, in cui non bisogna sentirsi e agirsi come un operatore specialistico che è occupato solo con la sua utenza. Mi rendo conto che spesso partecipiamo a incontri che sentiamo come fini a sé stessi, senza curiosità, che invece è importante. Anche se questa partecipazione non andrà a incidere immediatamente sul mio lavoro quotidiano di operatrice, è stato fondamentale conoscere più approfonditamente il sistema sociale e culturale dentro il quale siamo inseriti tutti i giorni. Al di là dei servizi che svolgiamo quotidianamente, il sociale è qualcosa in cui credi, nelle sue infinite potenzialità e nelle sue inaspettate risorse. È importante tenere sempre vivo il livello del pensiero sul sistema più complesso, che altrimenti rischia di scemare nella quotidianità. Non pensiamoci soli ma all’interno di un sistema.”