Le prospettive di sviluppo di P.I.P.P.I 11 per il nostro territorio

Le prospettive di sviluppo di P.I.P.P.I 11 per il nostro territorio

Per scendere ancora di più in profondità rispetto alle prospettive di sviluppo del Programma P.I.P.P.I. in un territorio come il nostro, che ha sviluppato in questi anni competenze approfondite e trasversali al sistema dei servizi, abbiamo incontrato Raffaella Gaviano, referente del programma nell’Ambito territoriale di Lecco, che ci ha raccontato l’orientamento che si sta costruendo anche grazie ai finanziamenti legati al PNRR.  

In che modo il programma P.I.P.P.I rientra nei finanziamenti del PNRR? 

Il Programma Pippi è finanziato nell’ambito della Missione 5 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), dedicata al sostegno delle capacità genitoriali e alla protezione della vulnerabilità delle famiglie, per tutti gli ambiti territoriali italiani nel periodo 2022-2027. 

L’Ambito di Lecco ha presentato la propria candidatura, ricevendo un totale di circa 210 mila euro per l’attuazione di un triennio di programma Pippi 11. Un finanziamento importante e un respiro triennale che nelle precedenti edizioni non c’era. Attualmente siamo nella fase di individuazione delle famiglie che seguiranno il percorso, grazie ad un lavoro sinergico con il Servizio Sociale di base. 

Quali sono i focus attorno a cui si svilupperanno le azioni della nuova edizione? 

Con la nuova edizione, partita già ad ottobre 2022, e pensando al triennio di sviluppo, l’intenzione è di portare avanti sia l’ulteriore implementazione di quanto già attivo sia nuove sperimentazioni, grazie allo “zoccolo duro” di competenze ed esperienze consolidate negli anni passati.  

Abbiamo orientato le attività di Pippi 11 (e delle edizioni successive) attorno ad alcuni punti cardine. Innanzitutto, il rafforzamento delle reti territoriali istituzionali e non, ossia la connessione tra tutti quei soggetti che si occupano di famiglie fragili come i Comuni, l’ASST (consultori, ospedale e neuropsichiatria) e la scuola primaria e secondaria di primo grado, sia sul piano  istituzionale che nelle  concrete azioni rivolte alle famiglie.
Intendiamo, inoltre, sperimentare nuovi dispositivi di intervento e nuovi metodi di collaborazione, in particolare lavorando sulla dimensione di gruppo sia con i minori che con le famiglie, ad esempio sperimentando forme di Assistenza Domiciliare Minori di gruppo o organizzando piccoli laboratori nelle scuole.
In ultimo, ma non certo in ordine di importanza, punteremo sulla formazione degli operatori, per diffondere a livello territoriale l’approccio, le metodologie e gli strumenti propri del Programma, affinché possa diventare una modalità di lavoro condivisa tra tutti i servizi e gli  operatori che si occupano di famiglie e fragilità. In questo triennio prevediamo di formare 40 persone, coinvolgendo, oltre alle “classiche” assistenti sociali, anche personale dell’ASST, personale scolastico e altre figure professionali coinvolte nelle ’equipe multiprofessionali, che sono il cuore propulsore di Pippi. La formazione sarà inoltre aperta anche a volontari, cittadini singoli che si dedicano ad interventi di aiuto nello spirito della prossimità (famiglie che aiutano famiglie) o che operano all’interno di associazioni che lavorano con le famiglie e i genitori 

Quali sono gli obiettivi da raggiungere in questi tre anni di rinnovata spinta sul Programma? 

L’obiettivo è che l’approccio ed il metodo PIPPI siano conosciuti, fatti propri e poi praticati dal maggior numero di operatori possibili sul territorio. Pippi può diventare la modalità con la quale i servizi agiscono, insieme, per attivare reti attorno alle famiglie fragili per prevenire l’allontanamento dei minori, indipendentemente dalla loro natura di servizio sociale, socio-sanitario o scolastico, per citarne solo alcuni. Questo è un tratto caratteristico del programma che si innesta perfettamente sull’approccio territoriale al welfare e alla mission di Girasole.  

Aggiungo inoltre che l’importanza e i risultati ottenuti fino ad oggi in tutto il territorio nazionale hanno permesso a Pippi di essere inserito tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) da parte della “Rete della protezione e dell’inclusione sociale”, ossia l’organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali, in quanto consente l’esercizio di una genitorialità positiva e responsabile e la costruzione di una risposta sociale ai bisogni evolutivi dei bambini nel loro insieme.