
Il Centro Servizi al Volontariato: la ricchezza di voci differenti
In questo percorso di riflessione e condivisione sulla costruzione del welfare locale è stato importante e significativo il ruolo svolto dal Centro per il Servizio al Volontariato – CSV, che sui territori ha il compito di promuovere e qualificare l’intenso lavoro comunitario del volontariato.
Abbiamo incontrato Lucio Farina, direttore del CSV Monza, Lecco Sondrio per approfondire quanto emerso dalla loro partecipazione alla costruzione del ciclo di workshop, in particolare dell’ultima giornata territoriale che prevedeva anche dei momenti laboratoriali. “Abbiamo deciso, insieme all’Impresa Sociale Girasole e all’Ufficio di Piano dell’Ambito di Lecco, di coinvolgere le associazioni per questo momento di lavoro a più voci, vista l’importanza della fase di stesura dei Piano di Zona 2022-24 e della riforma del Terzo Settore. Abbiamo agito con il compito di favorire l’incontro tra Istituzioni e associazioni che potevano essere interessate ai tre temi proposti: Politiche per le famiglie e prima infanzia, Minori, giovani e povertà educativa, Domiciliarità e fragilità.”
Il primo passo è stato selezionare le numerose associazioni locali in base a tre variabili: il territorio di appartenenza, i temi di confronto dei laboratori e il contributo che avrebbero potuto apportare nella loro posizione di osservatori privilegiati. Una ricerca mirata, che ha dato molta soddisfazione all’ente, in quanto le associazioni contattate hanno risposto con estremo interesse e vivacità.
“È sempre importante dare alla sfera del volontariato una cornice di riferimento su cosa sta succedendo, perché questo permette di agire in modo più consapevole per far nascere azioni e idee ancora più incisive per il territorio” continua Lucio Farina, spiegando che è stato organizzato un incontro preliminare con le associazioni che avrebbero preso parte al dialogo, per ragionare insieme sulle aspettative, descrivendo e informando circa il Piano di Zona. “Siamo entrati nel merito dei laboratori per spiegare come posizionarsi a partire dalle attività che svolgono, ma anche da chi sono. Oltre che appartenenti alla sfera del volontariato, sono lavoratori, genitori, figli, caregiver e quindi importantissime antenne sul territorio”.
A questo incontro hanno partecipato tante associazioni giovanili, portando il loro dinamismo ed entusiasmo, con la voglia di recuperare un protagonismo dentro i processi di pensiero, anche politico, sulla comunità. “Il Piano di Zona e le politiche non sono temi che normalmente avvicinano i giovani, ci ha stupito positivamente questo desiderio di esserci e di portare la propria voce ed esperienza.”
Il CSV si è occupato, oltre che del coinvolgimento del mondo del volontariato, anche di facilitare i laboratori di gruppo pomeridiani, composti da circa 20 partecipanti ciascuno: “Innanzitutto, è stato importante costruire gruppi misti costituiti da operatori sociali, cooperanti, professionisti del pubblico, volontari. Un gruppo composto da persone con età e generi differenti porta con sé una serie di questioni che in gruppi omogeni non emergerebbero. Abbiamo imparato proprio dal volontariato che la ricchezza arriva quando le voci sono differenti”.
Un altro elemento qualificante la facilitazione è stata la scelta della modalità partecipativa con la quale si è lavorato nei laboratori: “Ogni partecipante ha scelto delle parole chiave inerenti al tema proposto”, spiega Lucio. “Successivamente, per arrivare a costruire un percorso di ragionamento collettivo, è stato utilizzato un metodo chiamato snowball, palla di neve, condividendo prima la propria esperienza e motivazione in piccoli gruppi, che poi si aggregavano in tre step, fino ad arrivare a condividerla tutti insieme. Alcuni indicatori e spunti emersi sono stati importanti per l’ente pubblico.”
Lucio ha sottolineato quanto questi momenti di riflessività abbiano dei risultati incrementali. “L’efficacia di questo lavoro continua nel tempo, anche se non è facile mantenere dei luoghi in cui emerge questa riflessività collettiva, a causa di infinite sollecitazioni interne ed esterne portate dalla quotidianità. Ma è proprio quando le persone si sentono coinvolte e protagoniste che continuano ad agire autonomamente e localmente, per il risultato finale che si è condiviso insieme.”