DALLA TERRA ALLA SCUOLA: come restituire spazi alla comunità 

DALLA TERRA ALLA SCUOLA: come restituire spazi alla comunità 

Il delicato periodo di emergenza sanitaria che abbiamo vissuto ha sottolineato ancora di più quanto sia importante prendersi cura degli altri. Alla scuola elementare Diaz e alla scuola media Ticozzi di Lecco, il periodo vissuto negli ultimi due anni ha permesso di riflettere e far sbocciare un progetto laboratoriale di cura delle persone, della natura e degli spazi, ridefinendone il significato e dando una nuova valenza educativa e sociale.  

Il Progetto ‘Orto: dalla terra alla scuola’ nasce dall’idea di alcuni educatori della Cooperativa La Vecchia Quercia e insegnanti di sostegno delle scuole Ticozzi e Diaz che in sinergia hanno avviato una collaborazione proficua sperimentandosi e mettendosi alla prova in un laboratorio di recupero di spazi verdi.  

Abbiamo incontrato Sara Giuliani, Assistente educativo scolastico della Cooperativa La Vecchia Quercia, e il professore della Scuola Secondaria di primo grado “Don Giovanni Ticozzi”, Giuseppe Oronzo Negro, che si sono occupati dell’organizzazione del progetto. 

Il progetto si colloca entro la cornice dell’educativa di plesso, che ha previsto il coinvolgimento di altre scuole dell’istituto comprensivo. Ha previsto una parte di recupero degli spazi verdi della scuola secondaria Ticozzi, che è stata realizzata creando un orto in cassetta con piante aromatiche, piante da frutto, fiori e ortaggi ed è proseguita con la sistemazione delle aiuole esterne. La seconda parte del progetto si è concentrata sul recupero dello spazio verde dismesso di via Sora, un orto di comunità abbandonato da anni, sistemando lo spazio e creando alcune aiuole di fiori, piante di campo e erbe aromatiche”, spiega il professor Negro.   

La progettazione è iniziata lo scorso maggio con il coinvolgimento e la collaborazione tra educatori e gli insegnanti delle scuole che si sono attivati e messi a disposizione, ognuno con le proprie competenze, per la riuscita dell’attività. Importante anche la collaborazione con il Comune di Lecco e con l’Assessore alla Cura della Città e Lavori Pubblici, Sacchi Maria, che ha permesso di recuperare lo spazio dedicando tre aiuole alla scuola Don Ticozzi e tre alla scuola elementare Diaz. 

L’idea alla base del progetto è quella di favorire la socializzazione e l’inclusione, attraverso un’attività pratica e laboratoriale, invitando a rotazione i compagni di classe per condividere un’esperienza diversa, non didattica, permettendo di “sporcarsi nel mani” e soprattutto apprendere competenze trasversali”, spiega Sara.

Il laboratorio ha coinvolto un gruppo di 15\20 alunni con disabilità che, divisi in tre piccoli gruppi a rotazione, hanno condiviso l’esperienza laboratoriale. Lo storytelling della creazione dell’erbario e di come lo spazio di sia evoluto e modificato nel tempo è stato condiviso con la classe, che si è dimostrata entusiasta.

“È stato un modo per condividere l’esperienza del prendersi cura, non solo delle piante, ma anche dei compagni, stando ai loro ritmi e alle loro esigenze in un contesto diverso, in un ambiente naturale che diventa contesto di apprendimento, privo di vincoli e restrizioni tipiche delle aule, e permette maggiore la sperimentazione di sé, avendo un rimando positivo, come persone competenti e capaci”, ci racconta Sara.

“È stato bello cogliere il loro entusiasmo e per molti di loro, anche per chi fa fatica nell’apprendimento, l’esperienza ha permesso di far emergere la propositività e uno spirito di leadership. Un contesto dunque stimolante anche per incrementare il senso di auto efficacia ed autostima del singolo”, interviene il professor Negro. 

Gli alunni hanno potuto osservare i risultati concreti del loro impegno, portando a casa una piccola parte di quanto prodotto. L’orto in cassetta è stato infatti suddiviso e ognuno ha portato alla propria famiglia ciò che aveva coltivato con passione.

Con questo progetto si è restituito uno spazio alla comunità, trasformando le aree in un luogo d’incontro, frequentato anche dagli stessi ragazzi del laboratorio, dalle loro famiglie ed amici. L’obiettivo per il prossimo anno, si augurano Sara e Giuseppe, è quello di allargare l’esperienza e coinvolgere le scuole limitrofe alla Don Ticozzi ma anche la comunità, volontari e pensionati, genitori e famiglie.