Custode Sociale, un’antenna sul territorio

Custode Sociale

Custode Sociale, un’antenna sul territorio

Custodire è una parola complessa e ricca di sfaccettature: racchiude i concetti di vigilanza, assistenza e protezione. Chi custodisce si pone nell’atteggiamento di serbare il valore dell’altro, si  fa deposito delle fragilità, delle confidenze, delle esigenze. La figura del custode richiama un’immagine suggestiva, che contiene la natura stessa della relazione di cura: al custode è affidata la persona considerata nella sua complessità, sia come individuo singolo con specifici bisogni, ma soprattutto come soggetto che si relaziona ad altri all’interno del contesto comunitario; è infatti da questa relazione che si può sostenere il benessere, inteso in senso ampio e globale.  

Da queste premesse è possibile tratteggiare il ruolo del Custode Sociale sul territorio dell’Ambito di Lecco, attivato per alcuni comuni già da qualche anno e in avvio su altri, con Impresa Sociale Girasole. Un operatore che “scova” e sostiene cittadini che presentano fragilità di varia natura, attraverso dinamiche di prossimità agite all’interno delle comunità di appartenenza, cercando di prevenire situazioni di malessere e isolamento.    

È un’antenna sociale ma anche un attivatore di reti e di risorse comunitarie: i bisogni emergenti possono essere letti con più immediatezza, cercando soluzioni formali e informali, dentro e fuori la rete dei servizi, nella stessa comunità di appartenenza, facendo leva su un accompagnamento che si costruisce nella quotidianità della persona, nel contesto di vita e con i soggetti che lo abitano.   

Abbiamo intervistato Silvia Tantardini, amministratore referente del Polo Lago e Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Civate, per approfondire l’importanza che questa figura ha avuto in questi ultimi anni, anche nello scenario pandemico.  

Può descriverci il ruolo della custodia sociale? Quale risultato ha portato ad oggi all’interno del territorio del Polo Lago?  

In alcuni comuni del Polo Territoriale Lago (Civate, Malgrate, Pescate e Valmadrera), la custodia sociale è attiva da tre anni grazie al progetto L’Ago. La custodia sociale interviene sulle fragilità sociali e in alcuni casi è stato fondamentale per i cittadini con un problema sanitario, diventato pesante durante la pandemia di Covid-19. Il progetto, inoltre, prevede degli Spazi di Prevenzione e Salute, ossia luoghi di ascolto, informazione e confronto con personale qualificato su temi inerenti alla salute e al benessere complessivo della persona. Vengono, ad esempio, controllati i parametri pressori, il peso e dati consigli sull’alimentazione agli utenti.
Ad oggi, nel Polo Lago, più di trecento cittadini hanno usufruito di questi due servizi 

Com’è mutato il servizio durante i periodi più difficili della pandemia? 

Il progetto è partito prima della pandemia ed è stato davvero fondamentale nel corso del 2020. Durante il lockdown, le visite del Custode Sociale e dell’operatore degli Spazi Salute sono continuate settimanalmente attraverso piattaforme di videoconferenza o telefonicamente. 
Se i cittadini erano d’accordo e davano consenso, le visite sono proseguite anche a domicilio presso le loro abitazioni. Il servizio non si è mai fermato ed è stato molto importante per intercettare nuove necessità e attivare specifici servizi. 

Il progetto, fino ad ora, è stato utile all’amministrazione comunale per rilevare e conoscere nuovi tipi di fragilità? 

L’80% dei beneficiari dei servizi era già conosciuto dai servizi sociali, ma devo dire che attraverso gli Spazi Salute abbiamo scoperto altre situazioni di fragilità. Abbiamo infatti attivato prontamente la custodia sociale per verificare la situazione ed eventualmente predisporre servizi più specifici per ogni persona.  

È riuscito ad attivare delle reti sul territorio che prima non esistevano? 

Uno degli obiettivi del progetto era quello di tessere delle reti di comunità ed è stato raggiunto solo in parte. A causa del Covid, lo scorso anno le interazioni e gli incontri sono notevolmente diminuiti. Il nostro obiettivo per il prossimo anno è ampliare queste reti di vicinanza e prossimità, coinvolgendo maggiormente farmacie, medici e qualsiasi servizio che possa essere fondamentale nell’intercettare i bisogni e attivare nuove risorse. Potrà diventare una risorsa delle future Case di Comunità previste dalle normative più recenti.

Quali sono le prospettive per il progetto? Quali sono gli obiettivi per il futuro? 

La nostra intenzione è quella di dare continuità all’esperienza. Continueremo con entrambi i servizi ma lavorando in maniera più incisiva sulla costruzione delle reti di vicinanza e di comunità che devono essere sicuramente ampliate.  È un progetto molto importante per il Polo, importanza confermata anche dall’Ambito di Lecco e dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese che contribuiscono, insieme ai Comuni e alla Cooperativa L’Arcobaleno, socia di Girasole, al successo dell’iniziativa.